domenica, settembre 10, 2006

 

Non-violenza

Etic(hett)a da "il c@ffè",10 settembre 2006

Il caso dei baby-stupratori di Rhäzüns, l’aumento in Svizzera di casi di pedofilia, mi ha spinto a trattare in questa etic(hett)a una virtù fuori moda: la castità.
Questa estate ho avuto modo di leggere la biografia di Gandhi e ho scoperto una cosa, che di questo campione della non violenza, assolutamente non conoscevo. Gandhi a trent’anni, unitamente alla propria moglie, fece voto di castità nel matrimonio. Ecco che cosa scrive: “Quando io guardo indietro mi sento pieno di gioia e di meraviglia. La libertà e la gioia che mi riempirono dopo aver fatto il voto di castità, non l’avevo mai sperimentata prima del 1906 (data del suo voto solenne). Prima di fare il voto io ero in balia di ogni tentazione impura in ogni momento. Ora il voto diventò per me uno scudo sicuro contro la tentazione. La grande potenza della castità divenne in me sempre più palese. Ogni giorno che è passato, mi ha sempre fatto comprendere di più che la castità è una protezione del corpo, della mente e dell’anima. E praticare la castità non diventò il praticare un’ardua penitenza, fu invece una consolazione e una gioia. Ogni giorno mi svelava tutta la fresca bellezza. È stata per me una gioia sempre crescente”. Ed ecco come è nata nell’anima di Gandhi la decisione per la castità: “Io vidi con chiarezza di uno che aspira a servire gli altri in modo totale, non può far meno di fare il voto di castità. Mi diede la gioia, diventai libero e disponibile a ogni servizio per il prossimo”. Queste parole di Gandhi spiegano sufficientemente il problema del celibato, anche di quello ecclesiastico. Una delle grandi ragioni perché questo celibato esiste, (anche se dovrebbe essere volontario e non obbligatorio), è proprio la disponibilità verso gli altri. È vero che oggi parlare di castità si arrischia di diventare ridicoli, quando non si accusa chi ne parla di impotenza, ma se noi guardiamo con attenzione quello che sta capitando in un certo tipo di società, dove l’unico motore per esprimere la propria sessualità è il piacere ed il sopruso dell’altra persona, non dovremmo meravigliarci che un discorso sulla castità, inteso come regolamentazione della propria vita sessuale, dovrebbe ritenersi un discorso utile anche alla società di oggi. Anche nella vita cristiana si riscontrano casi simili, pensiamo per esempio al patrono della Svizzera San Nicolao della Flüe, che d’accordo con la moglie Dorotea fece questo voto. Evidentemente stiamo parlando di cose fuori dalla norma, ma rientrando nella quotidianità io penso che gli abusi nella vita sessuale che portano allo sfascio delle famiglie, alla violenza sui bambini, non possano far rientrare la stessa vita nella norma.

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