domenica, settembre 17, 2006

 

Caso di coscienza

Etic(hett)a da "il c@ffè",17 settembre 2006

Il prossimo fine settimana i cristiani svizzeri, militanti nei partiti borghesi potrebbero trovarsi di fronte ad un dilemma: votare secondo le scelte dei propri partiti, o secondo le indicazioni date dalle Chiese?
Risposta sicura: votino secondo coscienza.
Ma la coscienza deve essere formata o, se più vi piace, illuminata. Ed allora è indispensabile che si sappia bene cosa si vota, nel caso, il testo della legge proposta dal Parlamento o il referendum voluto dalle Chiese e (guarda caso) dalla sinistra. Il problema si pone - come ho già scritto - soprattutto per il Ppd svizzero che in questo caso si è trovato in perfetto disaccordo con le autorità ecclesiastiche Cattoliche. Si è fatto un incontro tra i vertici reciproci, ma fortunatamente i vescovi svizzeri hanno mantenuto le loro posizioni. Naturalmente si è detto - e si ripeterà - che la Chiesa fa politica, ma la Chiesa sarebbe quella che non s’interessa della "polis" (della cittadinanza), soprattutto di quella più debole e meno fortunata, spesso perseguitata (emigranti)?
Questo ritornello della Chiesa che non deve far politica lo si invoca secondo i propri principi ideologici. Quando detta Chiesa interviene a difendere i deboli, e non quando si applaude al capo dell’opposizione italiana che durante il suo governo ha fatto delle leggi "ad personam", e con le sue televisioni sta inabissando il senso etico dei suoi cittadini?
Quegli applausi, partiti da file cattoliche, non erano politici?
Ritornando alla prossima votazione vorrei ricordare che essere cristiani non significa fregiarsi di un distintivo, militare in un partito o movimento, ma fare propri i comportamenti altruistici di Gesù Cristo, portare avanti le sue scelte spirituali e umanitarie.

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