domenica, agosto 20, 2006

 

Senza titoli

Etic(hett)a da "il c@ffè", 20 agosto 2006

Il campionato mondiale è ormai soltanto un ricordo. E per me un brutto ricordo. La scena che è stata più trasmessa è la capocciata di Zhidan contro Materassi. L’abbiamo vista in diretta, e chi guardava nei giorni seguenti la televisione italiana la rivedeva in modo ossessionato. Ripetizioni, fino a dieci capocciate una dopo l’altra, per far passare l’idea che “un agnello innocente è stato trafitto da un toro scatenato”, titolo letto su un giornale della vicina Repubblica. Tutti e due gli artefici di questo gesto antisportivo sono stati penalizzati. Ma, mentre Zhidan sembra aver accettato con tranquillità la pena, dopo aver chiesto scusa alle famiglie e soprattutto ai bambini che hanno visto questo suo gesto alla televisione, per Materassi si è levato un coro di proteste perché ritenuto innocente. Coloro che hanno detto e scritto così, evidentemente non considerano che anche la provocazione è una colpa. Concomitante al campionato del mondo, ecco calciopoli. Un procuratore chiede delle pene molto severe. Un primo giudizio ammorbidisce parecchio questa richiesta. Un secondo giudizio diminuisce ancora la pena in modo sostanziale. Chi ne esce battuta è certamente la giustizia italiana, perché una persona normale si chiede: “Come è possibile che ci siano tre metri di giudizio così diversi?”. Due sono stati i fattori che "hanno giocato", per modificare la sentenza, il campionato vinto, che subito ha fatto chiedere un’amnistia generale, ed i soldi, perché di soldi si tratta, in quanto se tutte le squadre colpevoli fossero retrocesse in serie B, parecchi giocatori sarebbero partiti, gli stadi si sarebbero, se non svuotati, almeno dimezzati e gli incassi, diminuiti. Se di soldi si tratta possiamo dire che non siamo più di fronte allo sport, ma di fronte a un vero casino. Perché con il casino, questo tipo di sport ha in comune i soldi e la mala gestazione. Ma non guardiamo troppo fuori dai nostri confini, perché anche in casa nostra è scoppiato non un nuovo scandalo del calcio, ma lo scandalo dell’Hockey Club Lugano. E certamente nessuno crede che l’unico colpevole sia il presidente. Questi probabilmente si propone come unica vittima per salvare altre persone. E, per terminare, anche un forte sospetto che il vincitore del Tour, oltre che con la bicicletta, sia corso con la droga! C’è solo da sperare che la giustizia faccia il suo corso, e che la lezione serva a tutti i club di calcio e di hockey per riportare nello sport la passione, l’agonismo, l’onestà e non soltanto il vile guadagno.

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