lunedì, luglio 03, 2006

 

Nel pallone

Etic(hett)a da "il c@ffè", 2 luglio 2006

Non sono un fanatico di calcio, ma mi piace vedere qualche bella partita. Per questo ho guardato qualche match dei mondiali, specialmente quelli giocati dalla squadra Svizzera. Se, come tifoso, mi è rincresciuto per la sua eliminazione, come persona che cerca di ragionare, non lo sono più di quel tanto. Il motivo?... Perché così non abbiamo avuto la partita Svizzera-Italia. Quando si affida tutto l’onore nazionale ad una squadra di calcio, nasce un tifo esagerato e, dal tifo esagerato al razzismo, il passo è breve. Sul problema “tifo” ne abbiamo sentite delle belle in ambedue le nazioni. Da noi sono state emanate delle norme contro “i violenti dello stadio”, norme per la salvaguardia di tutti i veri sportivi che vogliono andare a godere delle partite di calcio e di hockey tranquillamente. Subito vi sono stati reclami, contestazioni e si è tirata in ballo anche la restrizione della libertà.
In Italia si è ventilata l’idea che, se quella nazionale dovesse vincere i mondiali, si dovrebbe dichiarare una sanatoria ad uno scandalo che coinvolge parecchie persone e squadre che sono direttamente interessate e attive in questi mondiali. Questo non è sport, è fanatismo senza principi etici. Inoltre, fra le persone implicate in detto scandalo, sono comparsi nomi che hanno avuto a che fare anche con squadre ticinesi. Da simili scandali, anche noi, non siamo stati esenti e qualche tragica conclusione la conosciamo. Ripeto, questo non è sport, è fanatismo che porta a violenze e a tragedie.

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