domenica, maggio 21, 2006

 

Campioni senza valore?

Etic(hett)a da "il c@ffè" del 21 maggio 2006

“Lasciate che i vostri figli crescano normali, se non volete avere dei disadattati sociali”. È il grido di un pedagogista americano ai genitori, alla scuola, alle associazioni sportive e artistiche (teatro, musica, balletto, ecc.). Costui insiste su un fatto purtroppo noto anche da noi: genitori che vogliono impegnare i figli in troppe attività esigendo che nelle stesse emergano sempre. Scuola selettiva che non ha la pazienza di attendere la maturazione intellettuale dei propri allievi, ma che vorrebbe tutti fra i “primi della classe”. Enti e associazioni, veri seminari di campioncini, che puntano solo sui “bravi”, quelli che fanno far bella figura all’organizzazione e gratificano gli allenatori, monitori, direttori ecc.
Da qui allenamenti tre o quattro volte la settimana, prove che alla vigilia del saggio diventano infinite, partite non solo quotidiane, ma due volte al giorno e, per la scuola, compiti, esperimenti, interrogazioni che vicino agli esami diventano ossessionanti.
“Lasciate che i vostri figli crescano normali, se non volete dei disadattati sociali”. E figli sotto simili stress non sono lasciati crescere come esseri normali, ma devono diventare “super”, devono soprattutto essere convinti che la normalità è banalità, la meta e l’eccezionalità, il modello è il vincitore, il traguardo è il podio.
Effetto di questo tipo di educazione?
Il meno pericoloso, e qualche volta desiderabile, è il rigetto. Dopo anni di sport il nostro quasi-campione non ne può più e smette completamente, arriva ad odiare lo sport.
Dopo estenuanti prove, la quasi pianista, violinista, flautista, chiude pianoforte e mette in soffitta altri strumenti; tempo e soldi sprecati! Ma il peggio è quando il giovane, non essendo riuscito ad essere campione si deprime fino al punto di diventare barbone. Dalle compagnie sportive e artistiche passa ai gruppi emarginati dove la droga del successo è sostituita dalla droga che porta alla distruzione. Sono fatti che posso documentare.

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